The Show Must Go On

di Francesco Vitiello

Tu hai mai la sensazione che la tua vita vada verso una precisa direzione?

Forse serve a raggiungere uno scopo.

Introduzione

Quanti di voi si sono domandati una cosa simile o hanno pensato per un attimo a queste parole? E se fossimo davvero protagonisti di un grande show che appassiona milioni di telespettatori tutti i giorni?

Uno strepitoso Jim Carrey nel 1998 esce nelle sale cinematografiche grazie al regista Peter Weir con una recitazione diversa dal solito: siamo abituati a vedere il nostro attore nei panni del comico che fa ridere milioni di fan, ma stavolta sono i milioni di fan a ridere di lui e per lui.

Precisiamo che la vita di Truman è stata ripresa da circa 5000 telecamere per circa 30 anni: dalla nascita, per poi passare all’adolescenza in cui ciò che anima lo spirito di Truman è la volontà di viaggiare, all’età adulta, in cui vive un’esistenza monotona e troppo “perfetta”. Truman rappresenta un prodotto commerciale venduto dal regista Christof, il creatore e demiurgo della serie che tiene incollati molti appassionati giorno e notte: una sorta di Grande Fratello nel quale però Truman non sa di essere ripreso, spiato e acclamato.

Chi circonda Truman non fa altro che fingere, interpretare battute alla perfezione e magari cercare di mettersi in vista col capo per una promozione ad un ruolo di maggiore  importanza: scopo del programma è divertire e rendere partecipi tutti delle avventure, dei sogni, degli amori infranti di un giovane ragazzo che è vittima/beneficiario di un piano televisivo.

Riflessioni

Tutti i giorni siamo portati noi stessi a interpretare più ruoli: siamo un personaggio con gli amici,un altro con la nostra ragazza e un altro ancora con la famiglia. Proprio questo determina in verità la complessità della vita e ciò che ne deriva è un copione diverso ogni volta, un copione che cambiamo noi a nostro piacimento. In The Truman show invece il copione è prescritto da un fanatico regista che ha costruito un palazzo saldo grazie a parole che il più delle volte sapevano di spot pubblicitario e a sguardi ammiccanti alle telecamere: al pubblico non importa cosa accade e perché accade nel corso dello spettacolo, basta che accade qualcosa, emozionante, triste o banale che sia.

Il pubblico si fa onnivoro dinanzi a programmi come questo, poiché tutto è spettacolo: ciò è dimostrato dal fatto che la fine del programma non rappresenta nulla di particolarmente importante per i telespettatori che non perdono tempo per cambiare canale e chissà, farsi coccolare da altre stravaganti vicende televisive.

Il film indubbiamente fa riflettere tutti noi: The Truman Show rappresenta per il pubblico quell’ancora di sicurezza a cui aggrapparsi quando nella vita reale insicurezze, paure e fragilità incombono e pressano la nostra vita. Ognuno di noi ha il suo palcoscenico in cui può esibirsi e una vita intera dietro le quinte con moltissime comparse o attori principali: il continuo intrecciarsi di queste due “realtà” porterà noi in molti luoghi di transito in cui ci saranno rimandi all’una e all’altra condizione.

Tutti i giorni possiamo ricominciare, essere autori della nostra vita diversamente, costruire una vita che è un’opera d’arte in evoluzione. Truman ci dimostra che possiamo scegliere, sorridere o piangere: ora sta a noi la scelta.