di Andrea Lucchesi

Fuocoammare: cos’è?

È il documentario di Gianfranco Rosi che a febbraio vinse l’Orso d’oro, il premio più importante del Festival del cinema di Berlino. È ambientato a Lampedusa e ne racconta attraverso la storia di Samuele.

Per comprendere appieno un film di Gianfranco Rosi è prioritariamente indispensabile liberarsi da una sovrastruttura mentale alla quale molti hanno finito con l’aderire passivamente e in modo quasi inconscio ed indolore. Si tratta del format dell’inchiesta giornalistico-televisiva che si concretizza in immagini scioccanti, in interviste più o meno interessanti finalizzate a un impianto ideologicamente preconfezionato.

Il regista è rimasto per un anno a Lampedusa entrando così realmente nei ritmi di un microcosmo a cui voleva rendere una testimonianza assolutamente onesta.

Samuele è un ragazzino con l’apparente sicurezza e con le paure e il bisogno di capire e conoscere tipici di ogni preadolescente. Con lui e con la sua famiglia entriamo nella quotidianità delle vite di chi abita un luogo che è, per comoda definizione, costantemente in emergenza. Grazie a lui e al suo ‘occhio pigro’, che ha bisogno di rieducazione per prendere a vedere sfruttando tutte le sue potenzialità, ci viene ricordato di quante poche diottrie sia dotato lo sguardo di un’Europa incapace di rivolgersi al fenomeno della migrazione.

Rosi non cerca mai il colpo basso, neppure quando ci mostra situazioni al limite. La sua camera inquadra vita e morte senza alcun compiacimento estetizzante ma con la consapevolezza che, come ricordava Thomas Merton, nessun uomo è un’isola e nessuna Isola, oggi, è come Lampedusa.

La pesante critica di Sorrentino

Secondo l’autore de La Grande Bellezza, candidare Fuocoammare a rappresentare l’Italia per il noto riconoscimento non è la scelta più adeguata. Anzi, è quella che proprio fa più male al cinema italiano. E Sorrentino, che è poi uno dei membri della commissione che ha preso la sofferta decisione, parla proprio di masochismo che, per definizione, è la “ricerca del piacere attraverso il dolore”. Il regista si è soffermato sul suo incasso (scarso) sia in Italia, che all’estero.

Avrebbe preferito che si fosse candidato come documentario lasciando il nobile posto ad un altro film, che così facendo si sarebbero presentati ben due film italiani: “Fuocoammare è un bellissimo film, ma andava candidato all’Oscar nella categoria dei documentari. Questa scelta è un inutile masochistico depotenziamento del cinema italiano che quest’anno poteva portare agli Oscar due film: un film di finzione che secondo me avrebbe avuto molte chance è Indivisibili di Edoardo De Angelis, mentre Fuocoammare può concorrere e vincere nella categoria dei documentari“.

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